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Così il capogruppo di Forza Italia al termine della riunione della terza commissione regionale durante la quale è stato approvato il progetto di legge sull’integrazione ospedaliera di Catanzaro
«Le prime attività svolte dal neo commissario Saverio Cotticelli, così come l’attenzione che sta dimostrando nel settore della sanità, fanno ben sperare che finalmente ci possa essere un’inversione di marcia in un campo tanto importante per la vita di ogni calabrese qual è il diritto alla salute».
È quanto affermato da Claudio Parente, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, al termine della riunione della III Commissione regionale. Una seduta che ha approvato il progetto di legge sull’integrazione delle due aziende ospedaliere di Catanzaro “fortemente voluto da Forza Italia”, – di cui lo stesso capogruppo è tra i proponenti – e che ha audito il generale Cotticelli nella sua veste di commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di Rientro del Settore sanitario della Regione Calabria. «Innanzitutto abbiamo chiesto al commissario – afferma Parente – il ripristino della legalità attraverso il rispetto di quelle regole che finora sono state disattese. Regole, norme e leggi che ogni Azienda sanitaria ha interpretato a modo suo o di qualche suo dirigente, predisponendo ad esempio piani territoriali discriminatori che, per agevolare qualcuno, prevedevano addirittura suddivisioni di prestazioni per distretti».
Su questo aspetto Parente ha salutato positivamente, «il primo Dca emesso dal commissario proprio per revocare tali provvedimenti. Inoltre abbiamo segnalato – aggiunge il capogruppo azzurro – l’atteggiamento discriminatorio adottato da alcune Asp in cui vengono riconfermate le prestazioni acquistate da alcune strutture sanitarie private a differenza di altre che hanno subito dimezzamenti. Senza parlare dell’Asp di Vibo Valentia dove, per una prestazione ambulatoriale, si è arrivati ad aspettare anche 18 mesi, o per una prestazione residenziale per la non autosufficienza si è costretti a recarsi in altre province sol perché l’Asp non intende assicurare nemmeno quei posti letto accreditati sul territorio, nonostante questo sia previsto nei Dca come quello 110 del 2018».
Da qui la necessità sollecitata da Parente al generale «del ripristino della legalità per garantire il diritto alla salute dei calabresi. Stiamo parlando – segnala il capogruppo azzurro – di prestazioni che rientrano nei Lea che hanno portato la Calabria all’ultima posizione in Italia. Siamo per tanto fiduciosi – conclude Parente – che il neo commissario sappia agire nel modo migliore per individuare i fondi necessari per assicurare, in attesa dei nuovi ospedali e del reclutamento del personale medico e paramedico, almeno i livelli minimi delle prestazioni che rientrano nei Lea. Come speriamo che, grazie all’azione del nuovo commissario, siano garantiti i diritti degli operatori della sanità pubblica e di quella privata e che possa così essere impressa una svolta al nostro disastrato sistema sanitario regionale».