L’officina (Le Officine) del voto per Filippo Mancuso
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L’eccezionale performance elettorale europea di Filippo Mancuso nella Città e nella provincia di Catanzaro è indubbia, tanto da avere suscitato la generale constatazione che ha fatto del capoluogo regionale calabrese “la città più leghista d’Italia”. All’etichetta si deve necessariamente attribuire la qualifica di “giornalistica” non in senso dispregiativo, figuriamoci, ma perché nella sua stringatezza racchiude significati e sfumature diverse che necessitano di approfondimenti specifici e di analisi di contesto.
In linea statistica: se la lista “Lega per Salvini premier” assomma nella Circoscrizione meridionale 331.243 voti corrispondenti alla percentuale del 6,85; se in Calabria la percentuale sale al 9,19 per i 59.062 voti accumulati; se in provincia di Catanzaro questi numeri diventano rispettivamente 14,62 e 16.460; se nelle 92 sezioni della città di Catanzaro i voti risultano 5.041 e il percento è 18,57, tutto si traduce nella progressione geometrica della posizione della lista nella classifica corrispondente: quinta nella Circoscrizione, quinta in regione, terza in provincia, prima in città, superando in gradimento gli altri partiti della coalizione, Fratelli d’Italia nonostante il forte richiamo meloniano, e Forza Italia nonostante la sopra(g)giunta ascendenza governativa regionale. Il crescendo della Lega ha un nome – Filippo – e un cognome -Mancuso – scritti sulle schede delle sezioni cittadine 4.386 volte, in quelle provinciali 12.382.
Sobrio, anche troppo considerati gli usuali toni comunicativi, il commento di Lega Catanzaro incentrato sul risultato provinciale, quel 14,62 per cento che fa di Catanzaro “la seconda provincia più votata nel sud Italia subito dopo Isernia”. “Un ruolo fondamentale – questa l’analisi di Lega Catanzaro – è stato giocato dal candidato Filippo Mancuso, la cui disponibilità e presenza sul territorio sono state eccezionali. Mancuso ha dimostrato una notevole capacità di ascolto e di dialogo con i cittadini, rispondendo alle loro esigenze e preoccupazioni. La sua figura carismatica e la sua competenza hanno sicuramente contribuito a rafforzare la fiducia degli elettori nella Lega”.
“Il successo – continua l’analisi – è stato possibile anche grazie a una squadra eccezionale che ha lavorato in perfetta sinergia. La coordinazione e la strategia adottate dal team sono state efficaci nel comunicare il programma e i valori del partito, riuscendo a coinvolgere e mobilitare un ampio numero di elettori, nonostante il forte astensionismo registrato”.
Accanto all’essere “figura carismatica” di Mancuso, accanto alla “notevole capacità di ascolto e di dialogo con i cittadini” e di risposta “alle loro esigenze e preoccupazioni“, in questa “squadra eccezionale” e nell’efficacia della “coordinazione e strategia del team” un ruolo importante l’hanno svolto probabilmente, anzi sicuramente, le “Officine del Sud”, il movimento creato dall’ex consigliere regionale (Forza Italia, presidente del gruppo nella X legislatura) Claudio Parente, presieduto dall’ex assessore comunale (ultima giunta Abramo) Domenico Cavallaro.
“Officine del Sud” non è presente nell’attuale Consiglio comunale catanzarese pur avendo partecipato con propria lista alle ultime comunali (2022) nella coalizione a sostegno di Talerico sindaco, superando con il proprio primo eletto Lorenzo Costa (circa 600 voti) il quorum necessario all’elezione, eventualità non concretizzata per il meccanismo premiale in favore del terzo sindaco perdente. Officine del Sud dall’atto della costituzione (2016) ha sempre partecipato alle tornate elettorali prossimali con risultati riscontrabili: alle comunali 2017 elesse due consiglieri, alle provinciali 2018 uno. Il movimento era presente, sia pure non con proprio simbolo, alle ultime regionali (2021): Silvia Parente, figlia di Claudio, è risultata, dopo le intricate dispute giudiziarie sui seggi azzurri, la prima dei non eletti di Forza Italia nella Circoscrizione centro: quasi 6.000 voti nella circoscrizione, circa 1.900 nel capoluogo.
È utile ripercorrere la storia di “Officine” perché il movimento ispirato da Parente ha incontrato sulla sua strada la Lega di Salvini stringendo accordi e mostrando reciproci apprezzamenti. Lo si deduce, anche, dalla dichiarazione resa da Mancuso dopo l’incontro con Salvini alle “Fornaci” del 30 maggio: “Ho chiesto, d’accordo con il movimento Officine del Sud, all’on. Durigon e al ministro Salvini uno specifico impegno per affrontare la questione della strada di collegamento delle province di Catanzaro e Cosenza (‘la strada che non c’è’) che, passando per l’entroterra Reventino-Savuto coinvolge una ventina di Comuni”.
Ma ancor prima, e con l’ufficialità che solo i patti sottoscritti possono attestare, già a novembre 2023 Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, proconsole di Salvini al Sud e Domenico Cavallaro avevano firmato il patto federativo tra Lega e Officine del Sud. Lo stesso Cavallaro in un’intervista resa pochi giorni dopo a Catanzaro Informa affermava: “Il nostro riferimento sarà il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, già collega assessore al comune di Catanzaro, con il quale siamo certi di poter condividere progetti comuni”.
Insomma, sia dal punto di vista algebrico che politico, la continuità tra “Officine del Sud” di Parente e Lega di Mancuso è evidente ed esibita. Anche sul tema spinoso dell’autonomia differenziata le posizioni concordano: Mancuso ha dichiarato più volte che la riforma può essere un’opportunità per il Sud purché si diano al Mezzogiorno le rassicurazioni richieste. In linea con la risoluzione approvata nell’ultima assemblea regionale da Officine di “accettare e volersi misurare nella sfida del federalismo”.