La scelta di Parente
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C’è una peculiarità rilevante in Calabria nel catalogo delle liste che formano la coalizione di centro destra. Sulle sei formazioni che sostengono Jole Santelli nel tentativo di eleggere per la prima volta una donna alla presidenza della Regione Calabria, ben tre sono diretta emanazione o direttamente riconducili a Forza Italia: quella ufficiale che ha in testa il simbolo con Berlusconi presidente, la lista proprietaria di Santelli e l’ultima nata, la Casa della Libertà. Di quest’ultima, coordinatore e ” confezionatore” regionale è Claudio Parente. Dopo due legislature vissute pienamente a Palazzo Campanella, Parente ha deciso di non candidarsi per la terza consecutiva volta.
«L’avevo deciso da tempo – ci dice -. E da tempo lavoravo alla costruzione di una lista che fosse testimonianza del lavoro che da anni svolgo nel territorio, di apertura alla società civile, cha ha dato luogo e sostanza al progetto presente in diverse realtà locali, anche rappresentato istituzionalmente nei Comuni, che si chiama “Officine del Sud”».
E, da quel che si sapeva fino a pochi giorni prima del sabato di presentazione, così doveva chiamarsi la lista di Parente, e non, come invece è accaduto, “Casa della Libertà”, riesumando il vecchio logo che tanta fortuna ha arriso al centrodestra a trazione berlusconiana. Un simbolo e un gruppo presente già in Consiglio regionale, e pertanto non necessitato alla faticosa raccolta delle firme. Particolare decisivo per spiegare molte cose che hanno segnato i giorni precedenti alla conferma definitiva di Santelli alla guida della coalizione.
Occorre fare un passo indietro e in qualche modo interpretare. Come è noto nel succedersi degli eventi, ormai agli archivi, la candidatura di Santelli ai più è apparsa l’unica soluzione possibile a evitare lo scontro definitivo e letale nell’ambito della contesa che fino all’ultimo ha frapposto Mario Occhiuto e Sergio Abramo. L’ostacolo decisivo è stato frapposto dal niet proferito da Matteo Salvini verso il sindaco di Cosenza. Nell’ultima settimana di frenetiche trattative e sfiancanti rinvii, la possibilità che la coalizione andasse in frantumi si è palesata con forza agli occhi di Santelli, con lo spettro incombente, viceversa, di un rafforzamento inaspettato della coalizione opposta con a capo Pippo Callipo. Con la rinuncia drammatica di Mario Oliverio, a un certo punto si era probabilmente fatto concreto il pericolo di una confluenza nella coalizione guidata dall’imprenditore non solo di Mario Occhiuto, ma anche della frangia che fa capo ai fratelli Gentile, alla ricerca frenetica di un posto importante nelle liste. E a questo punto, con ogni probabilità, è entrato in gioco Parente. L’unico in grado di sbrogliare la matassa. Operazione complessa che avrà richiesto di smontare la lista di Officine e rimodellarla in modo di consentire l’ingresso nella neonata “Casa della Libertà” dei gentiliani, primi tra tutti Pino Gentile nella circoscrizione Nord e Baldo Esposito in quella Centro. Con il contemporaneo ingresso nella lista del presidente di uomini e donne riferenti a Occhiuto e lo spostamento di altri esponenti nella lista di Forza Italia.
Questa è la ricostruzione, verosimile, di ciò che è successo nel centro destra calabrese. Agli occhi di Santelli, e di riflesso in quelli di Berlusconi, un vero e proprio miracolo. Senza questo marchingegno, tutto sarebbe andato a gambe in aria. Claudio Parente, a sentirla, non conferma ma neanche smentisce. Più che altro, spende parole positive sulla consistenza non solo della lista di cui è coordinatore, ma di un progetto più ambizioso.
«È una campagna frenetica. Tutti corrono, si stanno consumando in pochi giorni energie che di solito si spendono in un paio di mesi. Dalla nostra parte devo constatare una crescita positiva della candidatura di Jole Santelli che, a dispetto di qualche voce maliziosa, sta facendo presa in tutto l’elettorato, sia per essere donna, con quello di simbolico che vuole dire in Calabria, sia come proposta politica non urlata ma ragionata. Oggi (ieri, ndr) è stata a Reggio Calabria, con una grande risposta di pubblico».
Parente, voi aspettate la vittoria, certamente. Ma In Calabria, quanto è sovrapponibile la tendenza nazionale. Il vento favorevole alla destra che si riscontra nei sondaggi?
«In Calabria, poco o nulla. Qui si misura la forza dei singoli candidati, la loro penetrazione nei territori. Con l’eccezione, in parte, della Lega, in questo particolare momento storico e politico. Nel senso che voti arriveranno al partito di Salvini al di là dei candidati. Come voto d’opinione. Questo rimane in qualche modo un enigma che solo il 26 gennaio sarà sciolto».
Quali le attese per la sua creatura, se così possiamo definirla, la lista CdL?
«La lista in sé è molto forte, ben distribuita, con esponenti di spicco in tutte le tre circoscrizioni. Ma vorrei dire che non è questo l’importante. L’importante è che in Calabria si vada incontro al progetto originale di Silvio Berlusconi, quello che ha preso il nome di “Altra Italia”, una crescita di Forza Italia verso la società civile e con la forza di mille amministratori sparsi nel Paese. In Calabria il progetto, con queste elezioni, ha già preso corpo e sostanza. Ci aspettiamo un grosso risultato, che avrà, speriamo, rilevanza in campo nazionale. Inutile nascondersi, un risalutato a doppi cifra, anzi, se si può dire, a doppia doppia cifra».
Se le cose dovessero andare realmente così, un posto in giunta non glielo leva nessuno, Parente.
«Le assicuro che è l’ultima cosa a cui penso. Per fortuna sono libero da preoccupazioni di ordine, diciamo così, materiale. Per me, realmente, giunto a questo passo della mia vita personale e politica, vale il progetto di fondo, quello del presidente Berlusconi, nel quale pienamente mi riconosco».
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Autore: Raffaele Nisticò